Nel 1949, Arturo Toscanini diresse, al Teatro La Fenice, il concerto sinfonico di inaugurazione del XII Festival internazionale di musica contemporanea della Biennale, con l’Orchestra del Teatro alla Scala, e un programma che spaziava da Cherubini a Beethoven, da Franck a Smetana, da Strauss a Wagner. Quell’evento- che è rimasto vivamente impresso nella storia della cultura musicale veneziana e nella memoria dei cittadini- costituì, al di là dell’immediata emozione, un momento fondamentale per il recupero del ruolo di capitale dell’arte e dello spettacolo, che Venezia stava rapidamente riconquistando, nel clima fervido e vivace del dopoguerra. Anche per questo ricordo, sono particolarmente lieto di rivolgere un saluto, che è insieme un plauso e un augurio, al concerto con il quale, al Teatro dell’Opera di Roma, il Comitato Internazionale apre le celebrazioni per i 50 anni dalla scomparsa ad Arturo Toscanini, primo appuntamento di una vasta serie di iniziative in ricordo di un “grande italiano”, per rinverdirne la memoria tra i più anziani e promuovere la scoperta ai più giovani. Direttore d’orchestra di straordinaria innovazione, capace di rivoluzionare la maniere di dirigere, aperto ad ogni novità, sensibile al repertorio più moderno così come a quello più popolare, Toscanini fu anche uomo cosmopolita, senza confini di geografia o di culture, oppositore della dittatura, grande organizzatore, generoso filantropo; sono certo che le iniziative promosse dal Comitato Internazionale, con la loro varietà di linguaggi e di ambiti, ci faranno ricordare o riscoprire la straordinaria forza vitale che ha accompagnato ogni azione, e non soltanto musicale, di Arturo Toscanini.
Massimo Cacciari
