Le parole di Ronald P. Spogli per i 50 anni dalla morte del maestro Toscanini

L’America ha amato Arturo Toscanini. L’America che lo accolse e lo coccolò come giovane direttore d’orchestra, nel 1908, quando per sette stagioni diresse il Metropolitan di New York, facendolo lavorare con alcuni dei migliori cantanti dell’epoca. L’America che lo acclamò nel 1920-21 nel corso di una memorabile tournée che lo vide protagonista in 133 città europee, statunitensi e canadesi, applaudito da oltre 250.000 spettatori. E infine l’America del suo esilio, quando nel 1938 lasciò la sua patria e l’amata Scala giurando di non salire più sul podio finché l’Italia non si fosse liberata dall’odiato regime e dalla monarchia che disprezzava. Lui, figlio di un sarto garibaldino, repubblicano convinto, nella repubblica americana trovò quello spazio e quella libertà creativa che gli permisero di plasmare la sua orchestra, quella Nbc Symphony Orchestra che insieme a lui ha scritto pagini memorabili nella storia della musica del XX secolo. E in America Toscanini morì, il 16 Gennaio 1957, esattamente 50 anni fa. Ma la sua fama, il suo magistrale tocco, la sua ricerca continua di disciplina e rigore, la sua moralità musicale hanno lasciato un’eredità così ricca e che ancor oggi se ne vedono, sentono i frutti. Perché, ne sono convinto, è un po’ anche grazie ad Arturo Toscanini se l’America di oggi annovera 1200 orchestre sinfoniche e 117 teatri dell’opera. Grazie quindi, grande, indimenticabile Maestro per la bellezza che ci hai regalato. Viva Toscanini!

Ronald P. Spogli

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